Marco Bagnoli, Sette dormienti, 1990

Sette dormienti, 1990,

affresco su tavola, sette elementi,
insieme cm 1300 x 300.
Collage fotografico.

La prima volta che l’opera fu esposta, fu in occasione della mostra personale che portava lo stesso titolo alla galleria Pieroni, Roma, e che si aprì il 21 aprile 1990.

La leggenda dei Sette dormienti di Efeso è uno dei temi della Sura della Caverna (Ahl al-Kahf), del Corano, e una delle narrazioni della Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, come anche della Historia Langobardorum di Gregorio di Tours e Paolo Diacono.
La leggenda cristiana vuole che durante la persecuzione da parte dell’imperatore Decio (III sec.) sette giovani cristiani di Efeso fossero condannati, ma subito dopo rilasciati. Si nascosero in una grotta sul monte Celion, dalla quale uno di essi, Malco, usciva a procurare del cibo. Scoperti, vennero murati vivi. I sette giovani si addormentarono nella loro grotta nell’attesa della morte. Secondo la Leggenda aurea, essi apparvero in sogno a Teodosio II chiedendo di restare nella caverna sino alla resurrezione finale. I sette giovani rappresentano, secondo la teologia cattolica, il senso della resurrezione dei corpi, salvezza dovuta alla grazia, e possibile per ognuna delle sette tipologie umane; la leggenda prosegue con la tumulazione dei loro resti, per ordine dell’imperatore Teodosio II, in una tomba ricoperta di pietre dorate.
La tradizione dei Dormienti dà il titolo a una Sura del Corano, la diciottesima, detta per l’appunto Sura della Caverna. La sura, tra le più rilevanti anche per il lettore non musulmano, contiene altri due importanti nuclei narrativi: uno dedicato al profeta Elia (Khidr) e una ad Alessandro Magno (Dhu al-Qarnayn), che fanno di questa sura un elemento di connessione tra tradizioni del libro e miti europei, mediterranei ed asiatici. Dal XVI secolo la flotta dell’ammiragliato ottomano fu dedicata ai Sette dormienti, i cui nomi furono scritti a poppa delle navi, dato che in una leggenda popolare si parlava di un viaggio per mare dei Sette; ed esisteva già da secoli una preghiera salvifica dei sette nomi, da indirizzare verso sud dato che l’imboccatura della grotta dei dormienti doveva essere rivolta a nord.
Nella suddetta sura si narra di come gli angeli tutti i giorni andassero a voltare i dormienti: “E li avresti creduti svegli, mentre invece dormivano, e li voltavamo sul lato destro e sul sinistro, mentre il loro cane era accucciato con le zampe distese, sulla soglia. […] Rimasero dunque nella loro caverna trecento anni, ai quali ne aggiunsero nove.” (Corano, XVIII, 18-25).
Fulvio Salvadori, La luce di gloria, nota 4, in: Marco Bagnoli / La ruota del tempo, 2013, pp. 99-100.

Dal XII secolo gli arabi di Hadramot vicini a Zufar islamizzarono Sumatra (dove si conserva un’eccezionale venerazione dei Sette Dormienti.
S.a., Clarore cinereo lunare, in: cat. Marco Bagnoli / Clarore Cinereo Lunare, 1992, s.p.

Sette dormienti, 1990, affrescati su tavola sono esposti in Apertura Atelier Marco Bagnoli, Montelupo Fiorentino, dal 5 maggio 2017.