Marco Bagnoli, Noli me tangere, 1997

Noli me tangere, 1997,

legno trattato, rame, specchio parabolico, proiezione luminosa,
cm 650 x 120 x 120.

XLVII Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia, 1997.

Si tratta di un’installazione complessa alle Corderie dell’Arsenale fra le cui componenti fondamentali è una colonna su cui poggia una figura realizzata per sovrapposizioni di cerchi concentrici di varia misura, la cui proiezione imprime su un pilastro delle Corderie l’ombra di una figura. Questa figura si rifà esplicitamente a quella di una sorta di statua vivente in cima a una colonna, che appare nel Giuseppe in Egitto, 1518 circa, del Pontormo, attualmente conservata alla National Gallery di Londra. Il dipinto su tavola del Pontormo faceva parte dell’arredo della camera nuziale di Pierfrancesco Borgherini e Margherita Acciaiuoli, realizzato fra il 1515 al 1520 circa da vari artisti tra cui l’artista empolese Pontormo.
Appesa al soffitto e sovrastante la scultura, la parabola che era apparsa con la sua cassa in Disegno A.R.S. a San Miniato al Tedesco nel marzo dello stesso anno. Alle Corderie la cassa è sollevata da terra su due canna di bambù, contiene una scacchiera formata da elementi di alabastro e da essa proviene un suono di didjeridu.
Il titolo dell’opera Noli Me Tangere, locuzione latina che significa ‘non mi toccare’ o, piuttosto, ‘non mi trattenere’, fa riferimento all’espressione che Gesù avrebbe pronunciato alla Maddalena dopo essere risorto dal sepolcro, annunciandole il suo appartenere ormai, pur se presente in carne o ossa, anche a una dimensione altra, metafisica, ulteriore e ultraterrena: suono vocale e, contemporaneamente, rivelazione epifanica. Questa stessa espressione diviene contestualmente anche evocazione raggiante delle innumerevoli rappresentazioni iconografiche del soggetto a cui fa riferimento, matrice di un attraversamento empatico di tutta la storia dell’arte.
Un’opera che indica una soglia, che crea un discrimine, che innesca una dinamica fra terra e cielo, fra corpo e anima, fra immanenza e trascendenza, e che evoca ed accoglie tutta la molteplicità delle sue figurazioni stilistiche e delle sue parafrasi concettuali.
Realizzata in diverse versioni e in diversi materiali [: alabastro, legno verniciato, plexiglas alluminato, ferro.]”
Andrea Viliani, Marco Bagnoli, in: cat. Ytalia, 2017, p. 204.

Noli me tangere è stata ripresentata nella personale Marco Bagnoli al Centre del Carme dell’IVAM di Valencia nel 2000, e in Pontormo e il suo seguito nelle terre di Empoli, Casa del Pontormo, Empoli 2013-2014.