marco Bagnoli, Immacolata Concezione, 2011

Immacolata Concezione, 2011,

ceramica a terzo fuoco, alabastro,
cm 34 x 37 x 80.

Galleria Christian Stein, Milano 2011.

“[…] la ‘mandorla’ mistica dell’Immacolata concezione, una delle ultime invenzioni dell’artista: un ovale di ceramica e resina dipinto a foglia d’oro con incassato al centro un corpo solido, un ovoide, che allude al corpo materiale pregno di luce e sollevato in cielo come corpo astrale. La mandorla mistica, o Vesica Piscis, è il risultato dell’intersezione di due cerchi, ovvero dell’unione di due dimensioni come quella del cielo e della terra, del divino e dell’umano, del maschile e del femminile, del piano materiale e di quello spirituale. Con questo significato la mandorla mistica è stata sempre associata a Cristo Re o Cristo Pantocratore e in molti casi della pittura e decorazione sacra alla Madonna in Maestà.
‘L’opera d’arte – come sostiene Bagnoli – è sempre un miracolo, perché essa avviene nel mondo e per il mondo, ed essa si fa nonostante ciò che esiste nel mondo, guerre, pestilenze, persecuzioni, invasioni, intolleranze, rivalità, musei, fastidio d’insetti, calura e siccità, gelo, mercato e critici d’arte, tirannie, mecenati, pop art, performance, ismi, plagi, grandezze e miserie. L’opera d’arte avviene nel vuoto, e in questo avvenire compie, per eccesso, l’offerta di sé, essa è allora ‘agape’, raccoglie in sé il mondo nel vuoto del suo rappresentarsi, si riempie del mondo. Facendola, l’artista si abbandona all’opera e l’opera lo abbandona.’”
Sergio Risaliti, Araba Fenice, inserto in cofanetto: Opera unica / Marco Bagnoli, 2014.